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Cambiare gestionale: parametri per semplificare la scelta

Cambiare il gestionale è un’operazione complessa, richiede tempo e un investimento da contestualizzare sul medio periodo. In questo contenuto abbiamo raccolto la checklist degli indicatori da valutare per il cambio di gestionale, facendo una panoramica sui parametri da tenere in considerazione nel processo di scelta del nuovo ERP e del System Integrator.

Checklist degli indicatori da valutare per il cambio di gestionale

  1. Aumento del giro d’affari e quindi maggiore complessità organizzativa e maggior stress sui processi gestionali nelle aree interessate, tipicamente: produzione, logistica, commerciale, finance.
  2. Nuove sedi all’estero: il vecchio gestionale/ERP non gestisce la legislazione estera per cui il rischio è quello di perdere competitività internazionale, oltre ad appesantire e rallentare i processi di controllo ed amministrazione.
  3. Obsolescenza del ERP attuale o della sua base tecnologica
  4. Lunghi tempi di elaborazione dei dati: se la gestione dei dati avviene in maniera manuale lavorando esclusivamente con Excel, probabilmente stai perdendo risorse e tempo in attività facilmente gestibili da un ERP avanzato come Sage X3.
  5. Superamento dei problemi derivanti dalla gestione separata delle attività: determina una gestione a silos che influisce sulla qualità e sulla velocità di circolazione delle informazioni
  6. Mancanza di integrazione: il tuo gestionale “non parla” con altri sistemi per cui molte operazioni sono limitate da un controllo o gestione manuale non integrata.
  7. L’ERP ti consente l’uniformazione del linguaggio degli operatori, tramite la certificazione dei processi?
  8. Tempi lunghi per interventi costanti di assistenza: con un ERP obsoleto questo rischio comporta la necessità di aprire diversi ticket anche per operazioni “banali”, per cui le implementazioni diventano lunghe e queste impattano sull’operatività.
  9. Basso livello di autonomia delle risorse interne: con un ERP poco “user friendly”, concepito perché l’utilizzatore non abbia un certo grado di autonomia operativa, il rischio è quello di avere tempistiche relativamente lunghe per la gestione di ogni task.
  10. Con la pandemia il lavoro da remoto è diventato un tema che ha impatti positivi sulla gestione aziendale. L’ERP che utilizzi, permette questa gestione? È sviluppato con una tecnologia anywhere e anytime (dovunque e in qualsiasi momento)?

Ti ritrovi in alcuni di questi punti o in tutti? Appurata la necessità di cambiare gestionale, ora da dove si parte?

Analisi per la selection dell’ERP

In genere l’analisi si articola su due livelli:

  1. Analisi interna che riguarda i processi aziendali interni
  2. Analisi esterna che riguarda gli ERP e i System Integrator

Entrambe si compongono di processi specifici e funzionali.

Analisi interna

Premesso che l’esigenza di cambiamento e gli obiettivi correlati ad esso, siano condivisi dalle diverse aree aziendali, è necessario individuare gli attori interni funzionali al cambiamento. Insomma, non si può affrontare un cambiamento di questo tipo in solitaria. Per cui, riassumendo i vari passaggi:

  • condivisione esigenze/obiettivi per il cambiamento di ERP
  • individuazione dei processi critici interni
  • individuazione dei referenti delle aree coinvolte dal cambiamento tipicamente: Ufficio Acquisti, Produzione, Logistica, Commerciale, Finance e IT
  • realizzazione della documentazione sulle necessità interne (stato attuale, desiderata) in relazione alle diverse aree aziendali.

Una volta realizzato ciò, si inizia la ricerca del gestionale.

Analisi esterna

Valutazione del software

Nella ricerca e successiva valutazione del nuovo ERP ci sono molteplici fattori da tenere in considerazione.
Schematizzando i diversi scenari, possiamo semplificare in:

  1. Viene ingaggiato un consulente per la software selection
  2. Suggerimenti da consulenti esterni e/o fornitori di altra natura
  3. Ricerche autonome tramite motore di ricerca: le prime ricerche saranno più generiche per restringersi e individuare i prodotti idonei alla scelta, in un approccio top-down. Per esempio, per avere una prima panoramica degli ERP e via via si verticalizza la ricerca in relazione al settore, per esempio: “software ERP food”. Così, prese le prime informazioni funzionali, il nome dei potenziali gestionali verranno inseriti nella lista dell’ERP selection.
  4. Mix dei punti 2 e 3.

Per cui nella selezione dei potenziali ERP ci sono parametri da valutare, come:

  • esigenze di gestione di fiscalità italiane ed estere
  • settore: l’ERP è pensato per le specificità tipiche del mio settore?
  • integrazione con altri strumenti come, banalmente, Excel.
  • composable: permette un approccio “componibile” per favorire la scalabilità?

Valutazione del System Integrator

Nella stragrande maggioranza dei casi, i progetti di introduzione di un nuovo ERP hanno bisogno di attività di configurazione per aderire al massimo ai processi core dell’azienda, per cui è necessario concordare con i System Integrator selezionati un approccio che preveda una serie di demo via via più personalizzate, condividendo informazioni e dati utili a fare sì che oltre a vedere dal vivo il software, ci si concentri su domande specifiche in relazione alle più rilevanti esigenze aziendali. In questo modo, si entra nella valutazione del System Integrator che può guidare l’azienda nel progetto di cambio del gestionale. Anche qui è necessario stilare una lista dove vengono definiti dei parametri in cui si valuta il fornitore:

  • qual è il grado di affidabilità (oltreché tecnica anche finanziaria) del fornitore?
  • dispone di un team dedicato?
  • ha esperienza nel mio settore specifico?
  • ha referenze?

Valutazione conclusiva

Una volta avuto il quadro completo dei diversi ERP e System Integrator, la valutazione viene basata sui pesi ci ciascun parametro. Avere un ERP molto “forte” su un’area ma molto meno su un’altra, è una giusta soluzione? Probabilmente la scelta più giusta, che avviene sempre in relazione alle esigenze aziendali, è un equilibrio di pesi tra le diverse aree.

Siamo un System Integrator di ultima generazione: forniamo software, consulenza e servizi per accelerare l’evoluzione digitale delle aziende. Vuoi sapere come possiamo creare valore per la tua?

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Prenotazione postazioni di lavoro e scrivanie con Space(n)

Space(n) è il software per prenotare postazioni di lavoro: grazie alle sue funzionalità prenoti scrivanie/desk in tutta comodità, sia da mobile che da desktop.

Come prenotare le postazioni di lavoro con app o browser?

Da app o browser, una volta eseguito l’accesso, i dipendenti visualizzano lo spazio di lavoro fisico, scelgono una data sul calendario e prenotano le scrivanie disponibili con un semplice clic. Una volta prenotata la postazione questa verrà marcata tramite un codice colore “rosso” per indicare in maniera intuitiva, a colpo d’occhio, la sua occupazione.
Inoltre, se l’utente è autenticato Office365 troverà la prenotazione in calendario, altrimenti potrà importarla tramite il formato standard di calendario (ICS).

Come creare e gestire le postazioni di lavoro prenotabili?

Lato amministrativo puoi creare spazi fisici e virtuali.
A livello di spazi fisici hai la possibilità di creare:

    • Area di lavoro: le postazioni di lavoro
    • Servizi: le sale riunioni, il parcheggio, la mensa o un altro spazio “comune”.

Puoi associare la planimetria, facendo un upload del file e con un semplice “drag & drop” crei lo spazio di lavoro, così da ricreare il tuo hybrid workplace in modo veloce e intuitivo.
Di ogni spazio, puoi chiaramente definire diverse aspetti, uno di questi è la capienza: in modo da avere la completa gestione dell’occupazione degli spazi fisici del tuo ufficio.
Gli spazi virtuali sono organizzati come quelli fisici, per avere un engagement del team sempre alto!

Integrazioni e sicurezza

Space(n) è integrato con Microsoft ed è sviluppato garantendo il massimo standard di sicurezza dei dati.

Altre funzionalità di Space(n)

Con Space(n) puoi gestire il tuo ufficio assicurando il lavoro ibrido in modo organizzato e semplice. Oltre alla prenotazione postazioni di lavoro, hai molteplici funzionalità, diversi ruoli di gestione e la possibilità di creazione degli spazi elevati alla (n)! Scopri le potenti funzionalità di Space(n)!

Se invece vuoi conoscere i risultati dall’adozione di Space(n) in termini di benessere dei dipendenti e di ROI, scrivici per richiedere la case study.

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Hybrid work: nuove sfide tra benessere dei dipendenti, gestione degli spazi e ROI

In alcuni contesti l’HR Manager è vista come la figura che difficilmente genera ROI per l’azienda. Ma è proprio vero?

Contesto

Escludiamo fin da subito gli equivoci: lavoro ibrido non significa avere un tool di videoconferenze. Volendo dare una definizione essenziale, il lavoro ibrido o hybrid work è una modalità di lavoro che comprende due tipologie di approcci: da un lato il lavoro in presenza, all’interno degli spazi aziendali, dall’altro lato prevede il lavoro da remoto, ovvero in uno spazio altro. Ma è solo questo? L’hybrid work è una modalità di lavoro che ha un impatto positivo – se col giusto approccio- sulla struttura organizzativa e culturale dell’azienda.

Lo scenario pandemico ha dato un’accelerazione innovativa su diversi processi aziendali, costringendoci a ripensare lo spazio di lavoro in cui la persona è inserita. Il grafico qui sotto mostra l’interesse nel tempo – data dalla frequenza di ricerca- per il termine “smart working” negli ultimi 5 anni:

Trend di Google

Il trend è lampante: sono entrati nel linguaggio quotidiano (e come prassi), termini come smart working, workplace, hybrid work che solo qualche anno fa erano considerati di nicchia o “troppo Silicon Valley”. E questo, propone nuove sfide aziendali.

Rectruiting: qual è la sfida dell’azienda 4.0 oggi?

Durante la ricerca di nuovi talenti l’obiettivo è creare le condizioni per cui il potenziale dipendente scelga l’azienda, ci sono diversi elementi su cui si lavora ma, secondo la ricerca Randstad Employer Brand Research 2021*, il primo elemento di valutazione di un dipendente in termini di benefit è il work life balance.
Lo conferma un’indagine di Reverse** in cui vediamo che il 75% dei lavoratori è favorevole all’hybrid working che, oltre a garantire maggiore produttività (lato azienda), favorisce una gestione equilibrata vita privata/professionale (lato persona). E questo, chiaramente, cambia (o forse sarebbe meglio dire, ha cambiato) il concetto di spazio di lavoro: non più statico ma un workplace liquido.
La morale: se vuoi attirare talenti, cambia il tuo concetto di ufficio.

Quali sono le opportunità del workplace liquido?

Se tempo fa oltre alle skills del candidato, ci si focalizzava sul concetto di prossimità rispetto al luogo di lavoro, oggi il focus è sul know how della persona, per cui da un lato gli spazi si sono “ristretti”, nella “dilatazione” geografica. Infatti, molte aziende, tra cui anche la nostra, possono selezionare candidati a 100 km di distanza o più, garantendo un giusto equilibrio tra vita lavorativa e privata, favorendo la crescita aziendale in termini di know how rispetto ai progetti clienti. Un circolo perfetto e sostenibile: maggiore competenza interna per i clienti, migliore qualità della vita della persona, ridotto impatto ambientale sugli spostamenti.

E quante aziende oggi, hanno già programmato questo cambio di paradigma? I timori sono i più diffusi: si va dalla “mancanza di controllo”, al ”abbiamo sempre fatto così”.
Ma è in questo scenario che il ruolo dell’HR Manager, e più in generale di chi si occupa dell’organizzazione aziendale, diventa fondamentale, perché la sua visione avrà ripercussioni sulla competitività del business.

Il dilemma, a volte, diventa tra scegliere risorse competenti, garantire il work life balance tramite una metodologia di lavoro ibrida oppure occupare spazi a livello di pre-pandemia?

Citando Daniele Bacchi, CEO di Reverse, azienda di Headhunting e Recruitment:
“(..) annullare ogni proprietà su questa o quella scrivania favorisce anche la ridistribuzione dello spazio in epoca di smartworking. Perché dovrei tenere vuoto quell’ufficio 3 giorni a settimana solo perché c’è il tuo nome sulla porta?” ***.

Inoltre, secondo l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano****, per le aziende, si parla di un risparmio del 30% in termini di spese vive: non male, vero?

La nostra esperienza: come garantire il work life balance e un ROI positivo?

Raccogliendo i feedback dai dipendenti, eravamo nella situazione di una decisa preferenza di hybrid working, per cui abbiamo individuato nella gestione degli spazi aziendali il nodo su cui trovare la soluzione.
Inizialmente la gestione era manuale (sì, lo ammettiamo, col vecchio caro Excel), una persona si prendeva il carico della gestione degli spazi dei colleghi (presenze/assenze/trasferte/ibrido etc). Avevamo trovato la soluzione? In realtà avevamo solo spostato il problema: l’attività occupava circa il 35% del tempo della risorsa, con tutto ciò che ne comportava.
La soluzione apparentemente più veloce, “artigianale”, stava diventando un problema.

Dopo svariate riflessioni e coinvolgendo manager e i team lead (e un po’ di riunioni 😊), avevamo condiviso un elenco di necessità che, come ogni media-grande azienda, dovevamo gestire: e in una call nasceva Space(n). In realtà, c’era una lista di altri nomi possibili: Sarce Andromeda, Siderale, Sarce Virtual Space che andavano a identificare solo parzialmente il prodotto, invece Space(n) rifletteva la più importante delle caratteristiche: può gestire spazi fisici e virtuali elevati alla (n). Nel dicembre 2021 abbiamo lanciato sul mercato Space(n) e da allora è cresciuto con nuove funzionalità grazie alla nostra esperienza diretta e ai feedback dei clienti che già lo stanno utilizzando.

È passato un po’ di tempo dalla sua adozione, e oggi posso dire che ci ha permesso di essere particolarmente performanti – per fare due esempi -nella gestione in sicurezza di molteplici postazioni di lavoro e nella prenotazione delle sale riunioni, diventando per noi, l’estensione digitale dell’ufficio e, particolare non marginale, abbiamo ottenuto un ROI rispetto ai costi fissi e gestionali di oltre il 150%!

Ecco la storia che c’è dietro Space(n): nasce per gestire i processi tipici dell’hybrid working, cresce per ottimizzare il ROI. Se vuoi sapere come Space(n) può supportare la tua azienda così come ha fatto con la nostra, compila il form e scarica la brochure!

    *Ho letto e compreso l'informativa privacy e:

    Presto il consenso all'invio di materiale promozionale/comunicazioni commerciali

    Presto il consenso all'invio di newsletter

    Fonti:
    *https://www.randstad.it/candidato/career-lab/news-lavoro/quali-sono-i-benefit-aziendali-piu-apprezzati-dai-lavoratori/
    **https://info.reverse.hr/lp-lavoro-liquido
    ***https://info.reverse.hr/lp-lavoro-liquido
    ****https://www.osservatori.net/it/

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    Sarce entra a far parte del Club Member CUOA

    Un importante network di oltre 100 aziende italiane

    CUOA Business School, con sede ad Altavilla Vicentina, è la scuola di più antica tradizione in Italia e con Sarce condivide importanti elementi della propria Value Proposition: lo sviluppo delle risorse umane è infatti da sempre al centro dell’attenzione di Sarce, per fornire soluzioni e servizi di qualità ai Clienti e per contribuire allo sviluppo delle competenze digitali del management.

    L’obiettivo è quello di creare una collaborazione efficace tra formazione e impresa, con ricadute positive sul tessuto produttivo e sociale, partecipando alla divulgazione della Trasformazione Digitale come matrice di crescita nei contesti di business.

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    Digital Transformation e Analytics oggi: pensare smart, customer-centric e fuori dal coro

    Come gestire la transizione al digitale in una azienda che sta muovendo i primi passi, identificando nuove opportunità di business e di ricavi?

    Come gestire la transizione al digitale in relazione al business?

    Un mantra del business moderno sembra essere quello della digitalizzazione dei processi e dei modelli di business, propedeutica all’introduzione di qualsivoglia nuovo strumento tecnologico. Gli step sono ormai chiari:

    • identificare gli anelli deboli
    • individuare le aree problematiche
    • introdurre nuovi strumenti volti a prevedere risultati futuri in base alle decisioni che prenderà l’azienda.

    Grazie all’introduzione di analisi sempre più smart, capaci di suggerire idee utili al processo decisionale o addirittura di intervenire autonomamente, tra gli obiettivi che le aziende possono perseguire attraverso l’uso degli Analytics emerge l’accelerazione che stanno subendo i percorsi di Digital Transformation, in particolare quelli orientati al miglioramento della proposta di servizi, soprattutto se customer-centric. In questo senso, a supporto di un reale processo di Digital Transformation, ciò che serve alle aziende sono non solo i predictive Analytics, servizi che consentano di effettuare previsioni sull’evoluzione del mercato e sulle strategie, ma soprattutto, i prescriptive Analytics, tool avanzati capaci di proporre soluzioni sulla base delle analisi svolte, presenti solo nel 33% delle grandi imprese.

    Insomma, la vera trasformazione digitale abilita quotidianamente nuovi modelli di business e processi aziendali avanzati utilizzando i dati disponibili per analisi, previsioni e supporto decisionale.

    Come “guidare” questa trasformazione al meglio? È necessaria una cultura orientata all’esterno con un predominio di convinzioni, valori e comportamenti che enfatizzano un’attenzione superiore per il cliente e una continua ricerca di nuovi elementi di vantaggio.

    Approccio customer centrico

    Tutto questo è possibile grazie a un approccio customer centrico che ponga al primo posto l’interazione con i clienti.
    Gli specialisti di Sarce sono in grado di fornire una panoramica degli sviluppi abilitanti per la trasformazione digitale, le aree di applicazione e esempi di casi d’uso concreti, riassumendo i risultati in un quadro per la trasformazione digitale e discutendo il potenziale di modelli di nuovi modelli di business.

    Vuoi saperne di più?

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    HR: i più esposti agli attacchi e i più determinanti nella strategia di cyber security dell’azienda

    Una violazione dei dati all’interno dell’azienda (il cosiddetto data breach) ha costi ingenti e costituisce un danno enorme: è fondamentale quindi che i professionisti HR comprendano i diversi modi in cui un hacker può tentare di accedere alle informazioni ed essere in grado di riconoscerli e per certi versi prevenirli.

    In prima istanza l’HR dovrebbe provvedere a una adeguata formazione di tutti i dipendenti, collaborando con l’IT che non può più essere ritenuto l’unico responsabile della protezione delle informazioni e dei sistemi.

    È fondamentale che le risorse umane siano quindi parte integrante nello sviluppo, nell’implementazione e nella comunicazione di politiche e procedure di sicurezza aziendale.

    In secondo luogo, il team HR è uno dei più esposti agli attacchi esterni: solitamente i dipendenti di un’azienda vengono abituati a non aprire e-mail sospette con allegati o a cliccare su link inviati da sconosciuti; nel caso dell’HR, tuttavia, le e-mail esterne provengono spesso da sconosciuti e in molti casi contengono un cv allegato o un link di riferimento per gli endorsement e i materiali a supporto di una candidatura.

    I professionisti delle risorse umane devono quindi implementare le migliori strategie per educare e far applicare le politiche aziendali di sicurezza, ponendo sempre particolare attenzione al proprio lavoro e alla propria particolare condizione di “esposizione” al rischio.

    I consigli di Kaspersky per proteggere l’HR

    Di seguito i suggerimenti di Kaspersky, leader globale nella sicurezza informatica, per proteggere “l’anello debole” dell’HR in azienda.

    1. Isolare tutti i device dell’HR in una sottorete separata;
    2. Non memorizzare password e info di autenticazione sul proprio device: meglio gestirle attraverso un server separato protetto con autenticazione multifattore;
    3. Seguire i consigli dei migliori professionisti in ambito cybersecurity: una risorsa di incredibile valore è rappresentata dalla piattaforma KASAP di cui è possibile scaricare una lezione di prova cliccando qui ;
    4. Prestare molta attenzione alla formazione del personale in modo che ogni utente sia in grado di riconoscere negli allegati ricevuti un file eseguibile (e non eseguirlo). Stilare quindi un elenco dei formati cv accettati e condividerlo attraverso i propri canali di recruitment.
    5. Gestire la policy sulla sicurezza informatica in maniera chiara e precisa, imponendo l’utilizzo di password non deboli e periodicamente aggiornate.

    Grazie alla partnership Kaspersky, Sarce protegge le aziende contro le minacce di ultima generazione e fornisce ai clienti sistemi sempre al passo coi tempi.

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    Blazor WebAssembly, la tecnologia che sta cambiando il web

    Blazor WebAssembly è già una solida realtà di sviluppo per eseguire codice C# direttamente nel browser e realizzare User Interface web sofisticate senza l’uso di codice JavaScript.

    Anche l’ecosistema MS .NET si è evoluto sino a giungere a una rivoluzione epocale, introducendo di fatto l’open source nello sviluppo Microsoft.

    Con Blazor Web Assembly, mano a mano che le tecnologie evolveranno, si arriverà a ottenere una comunicazione sempre più vicina al linguaggio macchina binario (senza bisogno di interpretazione umana).

    Che cos’è WebAssembly?

    WebAssembly (WASM) è uno standard binario aperto, supportato nativamente da tutti i moderni browser (anche nelle versioni mobile) che definisce un formato binario e un corrispondente formato testuale per la scrittura del codice eseguibile nelle pagine Web. Ha lo scopo di abilitare l’esecuzione del codice quasi alla stessa velocità con cui viene eseguito il codice macchina nativo.

    Che cos’è Blazor WebAssembly?

    Con Blazor WebAssembly, gli sviluppatori possono eseguire codice .NET in un browser. È un framework per App a singola pagina che può sfruttare gli standard WebAssembly aperti senza richiedere plug-in o la generazione di codice aggiuntivo.

    Le app Blazor sono costituite da componenti riutilizzabili di un’interfaccia utente Web, compilati con C#, HTML o CSS. Grazie a Blazor, gli sviluppatori possono compilare codice client e server con C#. Possono anche condividere il codice e le librerie con il codice client front-end e la logica back-end. La possibilità di usare C# per tutto il codice semplifica la condivisione dei dati tra front-end e back-end.

    I vantaggi per lo sviluppo

    L’impatto che Blazor WebAssembly avrà sul lato della produttività sarà enorme: per la prima volta, infatti, sarà possibile eseguire codice .NET all’interno del browser, creando pagine che siano fortemente tipizzate e condividendo librerie con la parte delle applicazioni che risiede sul back-end.

    I vantaggi saranno innumerevoli, ad esempio quando si avrà a che fare con logiche di validazione complesse che in precedenza dovevano essere implementate sia in C# (lato server) che in JavaScript per il client.

    Si tratta di performance 30 volte maggiori del normale codice Javascript.

    Blazor Wasm è molto più veloce

    I vantaggi per i progetti

    L’ambito di applicazione di Blazor 5 è il web, attraverso lo sviluppo più performante di Progressive Web Apps (PWA) e Single Page Apps (SPA).

    In contesti di App che contengano sistemi di monitoraggio remoto nell’IoT, questa metodologia di sviluppo potrebbe rendere ancora più veloce la realizzazione di rapporti e cronologia sulla propria Web App.

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    Customer first: un progetto di CRM con Sarce

    Perché introdurre una soluzione CRM?

    Una soluzione CRM guida le aziende dell’implementazione del proprio business, gestendo le informazioni di vendita, marketing e servizio clienti, attingendo ai sistemi alimentanti core di back-end come controllo di gestione, ciclo attivo e ciclo passivo, magazzino e produzione che risiedono nell’ERP in uso.

    ERP e CRM devono essere due soluzioni interconnesse, con una zona di sovrapposizione tra i due sistemi che li rende integrabili tra loro. 

    La Customer Intelligence di Sarce

    Il CRM si integrerà con l’infrastruttura e i processi della tua azienda: con l’integrazione, ogni aspetto del business, dalla pianificazione della domanda alla progettazione del prodotto, dalla produzione all’approvvigionamento del magazzino, dalla logistica alla contabilità, potrà beneficiare di una visione unica del cliente, e ognuno di questi settori potrà avere un impatto sul modo in cui il cliente percepisce l’azienda nel suo complesso.

    L’analisi delle applicazioni aziendali, quali nel nostro caso il CRM, presuppone un modello aperto, agile: occorre quindi un adeguamento dei business model in maniera tale da porre in relazione il dato statico con quello in streaming. Gli attuali modelli di consumo del dato non sono più solo monodirezionali (dall’operazionale all’analitico) ma necessariamente bidirezionali: l’analisi fa scattare l’attività operativa. Il Crm visto da Sarce si fonda proprio su questo principio.

    L’approccio proposto consiste nella completa apertura della tecnologia, consentendo l’integrabilità e l’interoperabilità di ambienti diversi, in cui il processo è gestito nella sua totalità, dal punto di vista sia operativo che analitico (disponibilità della tecnologia sottostante, del modello dati, delle modalità di concretizzazione di tale modello con le logiche preconfezionate, dei KPI già strutturati e dei report analitici standard già definiti).

    Customer first

    Ogni dato presente in azienda deve essere impiegato per la creazione di una vision customer-centrica che, a sua volta, rappresenta il presupposto per la generazione di un sistema integrato che muove da un repository strutturato; in tale repository le informazioni vengono aggiornate in tempo reale e rese immediatamente disponibili ed elaborabili all’interno dei differenti processi aziendali previsti.

    Sarce fornisce un supporto globale, accompagnandoti nelle varie fasi del processo di implementazione e integrazione di Microsoft Dynamics 365 nelle sue accezioni Sales, marketing, customer and field Service. 

    Dall’individuazione delle caratteristiche, all’analisi dei processi, passando per l’implementazione e l’integrazione tra sistemi diversi, fino ad arrivare all’assistenza, grazie ad un esperienza pluriennale: la knowledge base di Sarce permette di rispondere in maniera rapida ed efficiente a tutte le esigenze.

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    Self Service BI: come sviluppare una strategia efficace con Sarce

    L’evoluzione dei software di Analytics ha portato a una diffusa “democratizzazione” e versatilità degli strumenti self-service: questo ha permesso alle figure di business di prendere decisioni in autonomia e in tempi rapidi.

    In questa evoluzione c’è però un rovescio della medaglia abbastanza comune: l’utilizzo di alcuni strumenti software in maniera destrutturata comporta una perdita di efficienza complessiva. Per questo la scelta del migliore strumento diventa imprescindibile nella strategia di analisi di una azienda data driven.

    Power BI di Microsoft è una piattaforma self-service e di business intelligence aziendale unificata che combina un’esperienza utente intuitiva con visualizzazioni dati intelligenti per fornire informazioni ancora più approfondite e dettagliate sui dati. I report possono essere condivisi all’interno di strumenti Microsoft come Teams, SharePoint, PowerPoint o in altri prodotti per la produttività. Power BI è un’offerta SaaS (Software as a Service) online fornita con due applicazioni complementari: un’applicazione desktop per Microsoft Windows denominata Power BI Desktop per la creazione di report e app di business intelligence native per dispositivi mobili per l’utilizzo dei report su dispositivi iOS e Android.

    Interfacce collaborative: i dati a modo tuo
    I report e i dashboard di Power BI forniscono un gran numero di opportunità per esplorare e visualizzare dati, permettendo all’utente business di utilizzare i dati a modo suo. Questo consente a ogni singolo utente di personalizzare la sua esperienza, scegliendo le informazioni sui dati che rispondono ai suoi interessi e di analizzarle nel formato e sul dispositivo che preferisce.

    Usare visualizzazioni che rendono i dati più comprensibili
    L’analisi dati è immediatamente accessibile a ogni utente di Power BI attraverso un portale web o un’app mobile. Potete creare i vostri report partendo da dataset o altri report, personalizzare i vostri dashboard, combinando diversi report, e interagire con report per cambiare la visualizzazione o filtrare i dati. Anche quando un tool di visualizzazione dati fornisce un’ampia gamma di grafici e altri controlli, può risultare difficile scegliere il più appropriato.

    Quando interagite con Reports o Q&A in Power BI, quest’ultimo selezionerà in automatico la visualizzazione migliore per voi.

    Condividere informazioni sui dati
    Con la BI self-service, possiamo fare una distinzione tra condivisione di dati e condivisione di informazioni sui dati o data discovery. La BI aziendale è responsabile della condivisione dei dati, per assicurare che le persone, che necessitano di informazioni per prendere decisioni, abbiano accesso agli stessi. Questi dati possono essere distribuiti in modi diversi, ma in base a un design e un formato predefiniti. La BI self-service va ancora oltre, in quanto consente a chi abbia scoperto informazioni utili esplorando i dati, di collaborare con colleghi, condividendo le informazioni più importanti per loro.

    Ottieni la chiarezza quando ti serve di più
    Offri ai membri del tuo team l’opportunità di scoprire informazioni dettagliate nascoste nei dati con Microsoft Power BI.

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    Sarce: innovazione, intuizioni ed esperienze grazie ai vantaggi della Self Service BI

    Self Service Analytics: la cultura dei dati influenzerà qualsiasi decisione

    La generazione dei dati procede a una velocità senza precedenti.
    Oltre ai sistemi transazionali, i dati oggi vengono prodotti in grandi quantità anche da sensori e dalle stesse continue interazioni umane.
    Le organizzazioni in grado di raccogliere, archiviare ed estrarre informazioni dai dati aziendali supereranno presto quelle che non sono in grado di farlo e si posizioneranno sul mercato come leader.
    Già nel 2014, Satya Nadella postulò l’importanza di una cultura data driven per qualsiasi organizzazione.
    In meno di 6 anni, Power BI ha consentito a oltre 150.000 organizzazioni di fare proprio questo, permettendo ai propri dipendenti, partner commerciali e persino ai meri consumer di prendere decisioni basate sui dati.

    Power BI ha stimolato l’immaginazione degli “appassionati” di dati in tutto il mondo e la sua community mondiale ha superato nel 2020 oltre 1 milione di membri.

    Lo scopo dell’implementazione della BI self-service è quello di fare arrivare più velocemente e più facilmente ai dipendenti i dati di cui hanno bisogno, quando ne hanno bisogno e in una forma che li renda significativi. Non è un concetto nuovo, come abbiamo detto: quello che è cambiato è che l’attenzione si è spostata sui singoli dati individuali di cui gli utenti aziendali hanno bisogno, sia si tratti di Data Scientist, di Data Analyst esperti, come pure di utilizzatori non tecnici, fornendo loro un maggiore controllo sulla modalità con la quale accedono ai dati e li utilizzano.
    Il nostro obiettivo è quello di rendere Power BI familiare agli utenti Office.
    In Power BI azioni come l’allineamento o il raggruppamento di elementi visivi si comportano esattamente come in PowerPoint e molte delle esperienze offerte (come la formattazione condizionale, l’acquisizione di dati ecc.) rispecchiano e traducono capacità che centinaia di milioni di utenti hanno già sul celebre foglio di calcolo Excel.

    Sarce progetta soluzioni business analytics in tempo reale integrando approcci diversi. Vuoi trasformarti in una Data Driven Enterprise?

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